Benvenuti ragazzi, siete Campioni Italiani! Come ci si sente?
Mattia J: Inizio col dire che sono state delle sensazioni mai provate prima e il tutto è stato inaspettato, siccome il nostro obbiettivo era quello di finire sul podio!
Vincenzo: Sono contento!
Mattia B: E’ sempre una grande soddisfazione, sono contentissimo!
Simone: È una bella soddisfazione vedere il proprio lavoro ripagato.
Ve l’aspettavate?
MJ: Non proprio, ancora adesso a distanza di ormai una settimana fatico a credere di aver vinto.
Vincenzo: No, mi aspettavo il podio ma non questo risultato… però la Sisport è sempre una sicurezza!
Mattia B: No, perché c’erano altre squadre che sulla carta dovevano essere meglio di noi, ma noi ci abbiamo creduto ed è andata per il meglio!
Simone: Sapevamo di essere molto forti ma credevo più in un secondo posto perché la squadra di Saronno era molto forte.
Come avete festeggiato?
MJ V MB S: Sul momento era matta gioia tra abbracci e urla, successivamente siamo andati a mangiare al Mc Donald tutti insieme!
A chi dedichereste questo importante risultato?
MJ: Questo risultato lo dedico in primis alla mia famiglia, che purtroppo non è riuscita a venire e da casa ha tifato tutti e due giorni, seguendomi da video o chiamandomi dopo essere impazzita letteralmente di gioia; successivamente al mio coach con quale stiamo preparando anche le gare outdoor e, infine, a me stesso visto l’enorme sforzo fatto negli ultimi allenamenti. Un mese esatto fa, agli inizi di gennaio, ho contratto il covid e questa vittoria mi ha stimolato a dare ancora di più agli appuntamenti outdoor.
V MB S: Ad Ascanio (Ascanio Andreis De Gregorio, ndr), la riserva che ci ha sostenuto nonostante non abbia corso, sperando di poter portare anche lui l’anno prossimo a vincere con noi!
Quando e come è nata la vostra passione l’atletica leggera?
MJ: È nata molto tempo fa, quando avevo nove anni, chiesi a mio padre: “Papà chi è la persona più veloce del mondo?” Lui mi rispose “Usain Bolt”. Io da piccolo amavo molto correre e non stavo mai fermo, gli risposi che un giorno anch’io avrei voluto correre come lui… e adesso, dopo dieci anni, passo dopo passo, mi trovo in un momento della carriera in cui sto iniziando a vedere che tutti i sacrifici e gli allenamenti fatti sembrano portarmi in una direzione molto importante per me…
V: Quando ero piccolo mia mamma mi aveva portato a comprare un paio di scarpe da ginnastica e vedendomi correre ha deciso di farmi provare atletica!
MB: Per caso, frequentavo la seconda elementare e volevo provare qualcosa di nuovo: mia madre mi ha portato a provare questo sport, inutile dire che mi sono innamorato e non ho mai più smesso!
S: Tutta la mia famiglia praticava atletica e pure io ho iniziato fin da piccolissimo.
Il vostro rapporto con lo sport è sempre stato scorrevole o avete attraversato momenti di scoraggiamento in cui avete pensato di mollare?
MJ: Sì, diciamo che il rapporto con questo sport è sempre stato abbastanza scorrevole; purtroppo però nelle stagioni 2019 e 2020 ho avuto un po’ di problemi fisici causati da qualche stiramento o contrattura: cerco sempre, tramite gli esercizi e la fisioterapia, di prevenire questi infortuni. Infatti, nelle ultime due stagioni sono stato molto soddisfatto perché ho potuto correre come volevo senza problemi. Ho avuto un periodo di scoraggiamento l’anno scorso quando ho scoperto di non essere stato selezionato nella nazionale per partecipare agli europei e mondiali nei 100 metri, nonostante fossi riuscito ad ottenere il minimo di partecipazione. Mi è servito da lezione per quest’anno, dove proverò a raggiungere quest’impresa con i denti. Il fatto di mollare non mi è mai passato per la testa perché ho sempre visto l’atletica come un’opportunità e un percorso che può portarmi molte soddisfazioni e farmi andare lontano. Con impegno e costanza, proverò sempre a migliorarmi e trovare il mio equilibrio.
V: Sinceramente sì nel 2020 e 2021 non ho potuto gareggiare per gran parte del tempo a causa di due infortuni e in quel periodo il pensiero di mollare mi è passato per la mente, ma ripensandoci erano tutti ragionamenti dati dalla rabbia.
MB: E’ sempre stato abbastanza scorrevole, con alti e bassi ovvio, ma fa anche questo parte dello sport, lo accetto, alla fine questa rimane la mia passione.
S: Nel 2020 ho collezionato una gara orribile dopo l’altra ma non ho mai pensato di lasciare tutto.
Qual è stato il momento che vi ha dato la consapevolezza della vostra forza?
MJ: Il primo momento è stato quando Simone ha tagliato il traguardo e siamo andati subito ad abbracciarlo; successivamente ci siamo voltati a vedere il tempo e siamo tutti impazziti perché eravamo i primi, ma mancava ancora la serie con la squadra favorita e lì abbiamo avuto un momento di stallo e insicurezza, perché non sapevamo ancora se ce l’avessimo fatta o meno. Il secondo è stato quando, nell’ultima serie di staffetta, l’ultimo frazionista della squadra favorita era a 50 metri dall’arrivo e i secondi man mano che si avvicinava si facevano sempre più lunghi… ma poi, quando ha tagliato il traguardo, non ho fatto nemmeno in tempo a leggere 1 minuto e 29 che i miei compagni erano già scoppiati ad urlare e a prendermi per abbracciarmi. Solo allora ho realizzato l’impresa e ciò che avevamo fatto: eravamo campioni d’Italia!
V: Per me nessun momento in particolare, eravamo consapevoli fin da subito di poterci mettere in gioco e abbiamo dato il massimo.
MB: Ancora non credo di esserne tanto consapevole, ma se proprio devo dire un momento preciso devo dire dopo questi ultimi campionati italiani nel complesso.
S: Venivamo già da un successo dell’anno scorso che era solo da riconfermare e l’abbiamo fatto!
Come avete vissuto questi ultimi due anni così difficili di pandemia?
MJ: Beh, ci sono state molte restrizioni e in parte ho avuto molte perdite dal punto di vista di opportunità sia per la mia carriera sportiva che per il resto, ma ho sempre trovato il modo di divertirmi e di andare avanti sia con gli allenamenti che con la mia vita.
V: Male a causa di infortuni vari, nonostante questo nei periodi di recupero è stato divertente avere la possibilità di correre.
MB: Riguardo lo sport non c’è stata molta differenza visto che ho sempre avuto la possibilità di allenarmi, ovviamente non avere il pubblico durante le gare è stato strano inizialmente ma devo dire di averci fatto l’abitudine e mi piace adesso.
S: A me non è cambiato molto sportivamente parlando perché ho sempre avuto a disposizione un campo o comunque un posto dove lavorare e i permessi per allenarmi anche in piena pandemia.
Cosa rappresenta per voi la Sisport?
MJ: E’ il posto dove è iniziata e proseguita fino ad ora la mia carriera sportiva, è sempre stata come una culla e una casa per me, sia per le amicizie che ho avuto, sia per le opportunità che mi ha dato. Ho conosciuto persone con cui ancora adesso condivido momenti di lavoro ma anche di divertimento e spensieratezza.
V: un gruppo di amici con cui divertirsi.
MB: Un gruppo di amici con cui mi trovo benissimo e con cui adoro condividere le mie esperienze sportive.
S: Un gruppo di amici che condividono la stessa passione e con cui da quando ho cambiato squadra mi trovo molto bene.
Avete un modello sportivo?
MJ: In realtà prendo spunto un po’ da tutte le parti per migliorare.
V: No, cerco di prendere spunti da qualsiasi atleta di successo.
MB: Credo Carl Lewis o Marcell Jacobs recentemente, entrambi sono o sono stati saltatori e velocisti di successo, esattamente quello che sogno di diventare.
S: Probabilmente Marcell Jacobs è il perfetto esempio di ciò che vorrei diventare.
Lo sport ad alti livelli si può conciliare con studio o lavoro? Come organizzate il vostro tempo?
MJ: Io adesso ho iniziato l’università e non solo, ho anche molti altri progetti. Sono consapevole che sarà molto difficile, sto cercando la mia strada. Non credo che la facoltà universitaria o le prime opportunità lavorative ti portino necessariamente al percorso che farai per tutta la vita: penso che deciderò a piccoli passi, per ora la mia organizzazione si basa su studio ed allenamenti e qualche altro progetto.
V: Certo che si può fare, l’obbiettivo è cercare di organizzarsi per rendere al meglio.
MB: Si può certamente conciliare, è questione di organizzazione e di priorità, bisogna saper suddividere i tempi in maniera da non far mancare nulla a nessuna attività, a volte sono anche necessari sacrifici.
S: Si può fare, basta trovare il giusto equilibrio per riuscire ad allenarsi e studiare in momenti precisi.
Social network: croce e delizia. Che rapporto avete con questi strumenti?
MJ: Non è un periodo dove li utilizzo molto: penso più a godermi i momenti dal vivo e le esperienze senza necessariamente postare un qualcosa; li uso magari per staccare un po’, ma per il resto mi trovo bene così.
V: Li uso molto per guardare e parlare con amici e familiari, però non condivido spesso contenuti perché preferisco rimanere nel mio.
MB: Li uso spesso, per svariati motivi, non sono una persona che condivide molto, giusto gli eventi più importanti, come questa vittoria ;)
S: Utilizzo molto i social e trovo siano interessanti e utili anche se posto foto mie molto raramente.
Dopo il podio di Ancona, quali sono i vostri prossimi obiettivi?
MJ: Purtroppo questa è una domanda a cui non voglio rispondere perché ho ancora molto su cui lavorare e sicuramente anche gli altri, ma già prima ho fatto intendere qualcosa… mi e ci rivedrete ai prossimi campionati italiani outdoor o comunque alle prossime gare, sia per gli obbiettivi individuali che per la staffetta 4x100.
V: Sicuramente gareggiare outdoor visto che sono due anni che non competo all’aperto, puntare ad un podio individuale e riconfermare l’anno prossimo la staffetta.
MB: Sicuramente lavorare il più possibile per migliorare in ogni campo, come obbiettivi concreti dico il podio di salto in lungo agli italiani outdoor e la conferma del titolo sulla staffetta.
S: Riconfermare la vittoria della staffetta alle outdoor e sistemare la rincorsa nel salto in lungo per provare a centrare uno dei posti per i mondiali u20 di Cali, in Colombia.
Che consigli dareste ai bambini che si iscrivono per la prima volta ad un corso di atletica?
MJ: Direi a tutti di inseguire sempre i propri sogni e di divertirsi il più possibile: da bambini l’atletica è più divertimento che allenamento. Quando saranno un po’ più grandicelli, direi loro di iniziare a pensare che l’atletica è uno sport in cui se tu lavori duramente ogni giorno - non solo fisicamente ma anche mentalmente - l’obiettivo che ti sei prefissato, non puoi sapere quando, ma sicuramente arriverà e ti ripagherà di tutti gli sforzi e le fatiche fatte. E’ una situazione che ho vissuto, sto vivendo e spero di continuare a vivere ancora. In più, se non dovreste credermi, Marcell Jacobs ne è una prova…
V: Fare stretching perché è importantissimo (sul serio), seguire le dritte dell’allenatore e divertirsi sempre.
MB: Divertitevi e non ponetevi nessun limite, avete scelto lo sport migliore del mondo ;)
S: Divertirsi e rimanere costanti perché i risultati arriveranno col tempo.
Tre aggettivi per definirvi
MJ: Io ne ho solo uno di aggettivo… i più veloci!
Grazie ragazzi per quest’intervista… in bocca al lupo per tutto!